Vespasiano gonzaga Colonna e Sabbioneta - statua del mausoleo.jpg
Storia cultura e territorio
 / Storia

Sabbioneta e Vespasiano Gonzaga Colonna

Le due anime di un mito

10 Giugno 2021
Vespasiano gonzaga Colonna e Sabbioneta - statua del mausoleo.jpg

Sabbioneta. Luogo sacro e crogiolo di storia, anche ad un primo fugace incontro riesce a permeare mente e cuore, scatenando un desiderio di conoscenza che si identifica in una sorta di curiosità volta a spalancare le porte del sapere, ma che alla fine si muta in amore. E forse, chissà, in passione.

Sabbioneta. Culla di sogni ardimentosi e vibranti, di fauste speranze e amari disinganni, di soleggiati meriggi e algide albe scure e nebbiose, tempio eccelso d’arte e grazie, custode della memoria di un principe che seppe trasfondere la leggendaria sua giornata terrena nel mito eterno di una città.

Sabbioneta. Realtà percorsa da un brivido perenne e vivificante, da un’ansia sottile, da un inesausto afflato artistico, architettonico, storico. Meta agognata di innamorati pellegrinaggi, dolci incantamenti, caldi abbracci. Città popolata da fantasmi; presenze imprendibili ma percepibili. Anche da sogni misteriosi, luminosi, che si riverberano sulle mura, sulle case, sui palazzi del potere e del piacere, a ricordare allo stordito visitatore che lui, il conditor, Vespasiano Gonzaga Colonna, è qui. Sempre.

E nel cuore, nello scrigno, le sue ossa stanche e consunte, a rendere testimonianza del mito inossidabile; là nel silentium di una chiesa di straordinaria bellezza che custodisce le spoglie di un uomo la cui vicenda obnubilò quella di più titolata e numerosa e longeva schiatta.

Quale compito potrebbe essere più arduo, ma al contempo gratificante, di quello volto a trasferire alla conoscenza di generosi visitatori, il senso, la soffusa luce o l’accecante splendore di una stagione che ancora vive nel segno immortale di un uomo e di una città?

Raccontare Sabbioneta percorrendola in ogni anfratto. Narrare di un mito incontrandolo, penetrandolo e facendolo proprio. Di più: cibandosene.

Questa è la magica chiave di lettura che svela l’arcano, ché Sabbioneta è arte e storia, ma anche natura e gastronomia, così che la placida campagna, lo strillo delle ghiandaie o il profumo e sapore di un fumante piatto di marubini, si accostano all’impatto emozionale della stupefacente “cavalcata” di Palazzo Ducale.

Ancora: è accurata analisi architettonica ma anche approfondimento antropologico; è “città ideale” del Rinascimento, “Novella Roma”, tempio di estatici rapimenti ed emozioni forti e durature, non filtrate, né sedimentate o sbiadite.

Gli interventi di seguito illustrati sono da individuarsi nel movente culturale e nel desiderio di porgere al visitatore uno strumento scevro da vetuste, anacronistiche, dozzinali informazioni, volto invece al recupero di una dimensione di esaltante quotidianità che origina nella storia, e che oggi diviene specchio di verità, senza infingimenti e forzature o medaci chimere.

Sì. La città percorsa. Come percorso nelle sue spigolosità e inquietudini è il fantasma di un uomo che seppe essere grande anche piegando il ginocchio al fato malvagio, che lo condannò all’amarezza più dirompente, al dolore più lacerante.

Questo però rappresenta il passato. Mentre Sabbioneta è il presente, e per molti versi il divenire.