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Vespasiano Gonzaga Colonna

10 Giugno 2021
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Nacque a Fondi (oggi provincia di Latina) il 6 dicembre 1531. Figlio di Isabella Colonna e Luigi Rodomonte Gonzaga, rimase orfano di padre all’età di un anno e affidato alle cure della zia paterna Giulia Gonzaga Colonna, con la quale trascorse l’infanzia tra Napoli e Roma. 

Ancora adolescente fu invitato in Spagna alla corte di colui che diverrà imperatore col nome di CarloV, come paggio d’onore del principe Filippo, futuro re.

Vespasiano a 10 anni poteva godere di diritti sul feudo di Sabbioneta, Marchesato di Ostiano, Contea di Rodigo, Signorie di Bozzolo, Commessaggio e Rivarolo Mantovano, nel nord Italia; e nei possedimenti dell’Italia meridionale, ossia sul Ducato di Trajetto, Contea di Fondi, Baronia di Anglona, e Signorie di Turino e Caramanico.

Nel 1549 sposò la nobildonna siciliana Diana Cardona, che morì in circostanze misteriose nel 1559, forse costretta ad assumere veleno in quanto dal marito accusata di adulterio. Insieme a lei morì il suo presunto amante, Giovanni Annibale Raineri. Il bollettino ufficiale di morte parlava tuttavia di un colpo apoplettico. Fu sepolta nella chiesa di San Rocco in Sabbioneta e colà dimenticata.

Vespasiano rientrò nella sua cittadina nel 1556, allora un borgo rurale. Seguendo le orme del nonno Ludovico diede inizio al progetto di modernizzazione tanto urbanistica, quanto sociale e politica della città. Progettata dallo stesso Vespasiano, che si avvalse della personale esperienza di architetto militare, Sabbioneta fu costruita in trentacinque anni seguendo i principi umanistici di razionalità e coerenza scientifica, intrisa di ideali filosofici e valori etici.

Vespasiano si risposò con Anna d’Aragona, cugina di Filippo II re di Spagna, dalla quale ebbe 3 figli: nel gennaio 1565 nacquero le due gemelle Isabella e Giulia, che morì subito, e nel dicembre dello stesso anno, il maschio Luys. Quest’ultimo morì non ancora quindicenne lasciando il padre senza eredi maschi.

La seconda moglie di Vespasiano si spense per malattia nella fortezza di Rivarolo Fuori, nell’agosto del 1567, così Vespasiano si sposò una terza volta con Margherita Gonzaga, figlia di Cesare e Camilla Borromeo, signori di Guastalla, da cui non ebbe figli.

Nel 1577 l’imperatore Rodolfo II aveva innalzando il suo feudo alla dignità di ducato, conferendogli il privilegio di uno stemma personale, emancipandolo in tal modo dai cugini di Mantova.

Luigi figlio di Vespasiano - Galleria Antenati - Palazzo Ducale.jpg

Vespasiano militò al servizio della casa reale spagnola, cui fu sempre fedelissimo; tant’è che nel 1571 fu elevato dal re al prestigiosissimo titolo di Viceré di Valencia e Navarra. Filippo II per i suoi tanti meriti, lo insignì del collare dell’ordine cavalleresco del Toson d’Oro nel settembre 1585.

Affetto da sifilide, nel 1578 si sottopose a un delicato intervento di trapanazione del cranio, eseguito dal cerusico di corte Antonio Amici, per alleviare le forti emicranie che da anni lo perseguitavano. L'operazione gli consentì di vivere ancora 13 anni; morì, infatti, il 27 febbraio del 1591, subito dopo aver fatto innalzare a futura memoria, un’ultima stupenda testimonianza artistica che narra del mito di una città: il Teatro all’antica.

In sessant’anni riuscì ad armonizzare le attività di condottiero e di diplomatico, di architetto urbanista e militare, di legislatore e di statista, di dottissimo letterato e di appassionato mecenate. Ciò che ancora oggi emerge è la Weltanschaung della “città ideale”, di cui fu illuminato ispiratore e artefice. 

La sua tomba, collocata come da testamento presso la chiesa dell’Incoronata, venne aperta il 4 luglio 1988 durante i lavori di restauro della chiesa. In essa erano conservati i suoi resti ossei insieme a quelli di Anna, Luys, Giulia e uno scheletro senza testa di incerta attribuzione. Nel fango venne anche ritrovato il pendente del Toson d’Oro, che il duca aveva voluto con sé nell’ultimo viaggio.

La figlia Isabella, nominata erede universale, andò in sposa a Luigi Carafa, dei principi di Stigliano. Dopo la loro morte, nel 1638 la fortezza di Sabbioneta passò alla nipote Anna Carafa, che la trasmise al figlio Nicola de Guzman, ultimo discendente di Vespasiano, il quale la resse fino al 1684.